(detto
Parapinace). Imperatore d'Oriente. Figlio di Costantino X Ducas e
di Eudossia Macrembolitissa, nel 1067 succedette al padre, rimanendo per alcuni
anni sotto la reggenza della madre e del suo secondo marito, Romano IV Diogene.
Quando il patrigno venne sconfitto e fatto prigioniero dai Turchi a Mantziqert,
nel 1071,
M. si ribellò alla madre, allontanandola dalla corte e
costringendola a entrare in convento. Interessato più agli studi
letterari che alle questioni politiche e militari,
M. subì
l'influenza dello zio Giovanni Ducas, del suo maestro Michele Psello e del
logoteta Niceforitze. Quando il patrigno Romano IV, che nel frattempo aveva
ottenuto la libertà dietro pagamento di una forte somma al sultano,
rientrò in patria,
M. lo fece imprigionare e accecare. Questo,
tuttavia, non servì a salvare lo Stato da una crisi profonda, determinata
dalle continue insurrezioni delle popolazioni che reclamavano l'indipendenza dal
dominio di Bisanzio.
M. dovette affrontare la guerra contro i Turchi in
Asia Minore, l'avanzata dei Normanni nell'Italia meridionale, la rivolta delle
bande mercenarie del normanno Roussel de Bailleul (che arrivò a
minacciare Costantinopoli), l'insurrezione dei Bulgari, le rivolte di milizie
mercenarie di Giovanni Ducas, Niceforo Briennio, Niceforo Botoniate. Per far
fronte alla situazione di crisi dell'Impero,
M. chiamò in aiuto il
papa, pregandolo di intervenire con una Crociata e promettendogli in cambio il
ritorno della Chiesa greca all'ortodossia romana. Non potendo papa Gregorio VII
venire in aiuto dell'imperatore bizantino (trovandosi in quel periodo impegnato
nella cosiddetta "lotta per le investiture" contro l'imperatore Enrico IV),
M. ricorse all'appoggio militare dei Turchi, che incominciarono a
stanziarsi nelle terre dell'Impero (principalmente Armenia e Cappadocia). Una
nuova ondata di rivolte e disordini rese vano ogni tentativo di resistenza
dell'imperatore, ponendo le premesse per l'affermazione di Niceforo Botoniate,
che nel giro di pochi mesi arrivò a conquistare Nicea. Deposto da una
sommossa popolare,
M. si ritirò in convento; in seguito divenne
vescovo di Efeso (XI sec.).